“Non urlare, ti sento”, queste in sintesi potrebbero essere le parole chiave che animano i prossimi 10 anni per la classe creativa Internazionale, dove la parola “urlare” può essere sostituita con “forma” e le parole “ti sento” con “nuovi materiali”.
È un dato di fatto che i materiali condizionano sempre di più la forma del design (che sta entrando in un mondiale déjà vù) in quanto la materia, di qualsiasi tipo, porta con sé da sempre una serie di novità che “piegano” la volontà del progettista e la prima è senza dubbio: quella di studiarne i contenuti prima di studiare la forma estetica dell’oggetto che con essa si vuole ottenere:
MATERIALI 1 | oggi fa più luce e ha più colori uno smartphone che una pila elettrica; MATERIALI 2 |gli impasti edilizi hanno particelle nanotecnologiche che fanno respirare gli edifici inermi e divoratori di risorse, più o meglio si respirasse l’aria di alta Montagna; MATERIALI 3 | la natura ci indica che il tondo non è tondo se vogliamo vincere la gravità; MATERIALI 4 | il riciclo lo si deve considerare da subito nuovo prodotto più leggero e più performante di quello ottenuto da materie prime di ottima qualità; MATERIALI 5 | l’anima delle cose belle da tenerci in casa può essere in cemento UHPC; MATERIALI 6 | l’illusione creata dalla comunicazione e dall’informazione visiva non è usabile per i prodotti utili e usabili. Aggiungendo MATERIALI 7 | una costante curiosità che si fa ricerca educativa nell’indagare il nuovo che avanza in tutti i campi del sapere e del saper fare, non può che creare una nuova e serena coscienza sul futuro.
Se le parole sono poi l’inizio concreto di un progetto e studiarne la loro valenza un atto prima di tutto formativo, poi di uso corretto per spiegarci, altrettanto importante rimane nel mondo dei nuovi materiali il loro specifico linguaggio, patrimonio di chi persegue da tempo questa via in ogni settore economico, creativo, d’impresa. Ma altrettanto importante è poi trovare chi questi nuovi materiali li sa gestire, applicare, trasformare in un percorso di senso e di forma voluta dal progettista, senza sprechi.
Se così non fosse l’errore o l’imprevisto è sempre più presente negli artefatti di qualsiasi tipo e questi linguaggi diventerebbero comprensibili dopo il disastro. Trattandosi di scienza, nanotecnologia, robotica, quantistica… ogni progettista deve trasformarsi in un indagatore di nuove possibilità legate alla materia, perché alla porta del suo Studio stanno bussando concetti e modus operandi che non esistevano fino a 5 anni fa. Aprire questa porta diventa estremamente importante sia per le scarse risorse a cui questo Mondo ormai ci sta abituando, sia per entrare a tutti gli effetti nell’era dell’essere compatibili in tutti i sensi e con tutto quello che si ha a disposizione, e potrebbe: non essere poco!
Un po’ come dire che con la conoscenza gli estremi trovano un loro punto di incontro / incrocio e unendosi si modellano altri stadi della materia tutta da comprendere. AAG crede in questo percorso molto affascinante entrando a far parte di Team che già oggi stanno immettendo nel mercato prodotti e metodologie che suggeriscono trasformazioni importanti.