
Filosofo e scrittore sembra emergere tra le tante voci in un coro di pensatori moderni. Voce che AAG considera “chiara” quando si esprime sulla creatività occidentale che supera le barriere e distingue le individualità non considerando come problema il concetto generazionale.
L’assunto che il mondo sia cambiato negli ultimi dieci anni più che nei cento precedenti e che reclama di reinventare tutti i nostri paradigmi mentali, comportamentali, culturali, porta Bolelli a indicare modelli di pensiero e azione da perseguire:
urgente e necessario un ricambio di idee e di sensibilità; il passaggio da un pensiero critico a un pensiero inventivo; l’uscita sociale dai modelli ideologici; appropriarci della consapevolezza che non possiamo più vivere, interagire, pensare, comunicare, lavorare come facevamo fino a pochi anni fa.
Per Bolelli si combatte davvero qualcosa e qualcuno se si è capaci di elaborare proposte e soluzioni migliori delle sue, di conseguenza chi fa, progetta, crea, inventa in tutti i campi, si deve prendere la responsabilità di estendere la propria attitudine, propositiva e costruttiva, dalla dimensione singolare a quella condivisa.
Se tutto ciò dovesse essere condensato in un manifesto di intenti, l’introduzione pratica a questo modus operandi potrebbe essere: “non ho mai visto una minima evoluzione nascere dall’opposizione a qualcosa. Le persone che hanno aperto frontiere, spalancato orizzonti, creato cose che prima non c’erano e che migliorano la nostra esistenza, ecco queste persone l’hanno fatto e lo fanno per naturale spinta a cercare, a sperimentare, a evolvere. Credo siano persone come queste, e un’attitudine come questa verso il mondo che devono diventare unità di misura centrale“.