
|N|P|P|
Non è più packaging
Non c’è alcun dubbio, stiamo assistendo a un netto cambio di mentalità del consumatore globale, specie nel settore alimentare, sempre più attento al proprio benessere e selettivo verso i prodotti salutari. La filiera del packaging è uno dei protagonisti di questo rinnovamento e gli imballaggi contenitivi sono chiamati ad evolversi per soddisfare tale richiesta, ed ecco perché diventano sempre più performanti nella consapevolezza di un ruolo di primo piano in un mercato vastissimo.
A questo dato di fatto aggiungiamo l’ecosostenibilità, parola piena di significati che negli ultimi anni si sta diffondendo soprattutto nella creazione e nell’utilizzo di imballaggi facilmente riciclabili, addirittura edibili e otteniamo che: “il confezionamento o la gestione di qualsivoglia prodotto oltre ad essere indispensabile per la sua protezione, assume un ruolo etico”.
Le Aziende stanno intensificando i progetti, le strategie finalizzate all’utilizzo di materiali meno inquinanti e più evoluti per prodotti alimentari sia solidi che liquidi e non possono esimersi dalle certificazioni necessarie rilasciate da Enti terzi (esclusa l’autoreferenzialità). Tutto ciò per tranquillizzare l’utente sul controllo della filiera che dal produttore porta al consumatore, un’attività indispensabile rafforzata da strategie marketing che esaltano la parola “conservazione”, al fine di salvaguardare la salute umana di cui sopra.
Fino a qualche tempo fa l’imballo per un alimento era costruito unicamente per prolungare la vita dell’alimento stesso, ora gli imballaggi sono intelligenti e sono in grado di gestire le condizioni di tutto quello che contengono, in rapporto all’ambiente in cui si trovano e durante tutte le fasi della conservazione.


Moltissimi sono gli esempi pratici: confezioni in grado di assimilare e trattenere il liquido che fuoriesce da carne o pesce fresco; assorbitori di ossigeno che catturano il gas emanato dal prodotto presente al loro interno, rallentando di fatto la crescita dei microrganismi; gli indicatori di tempo-temperatura (TTI) che ci avvisano quando si è interrotta la catena del caldo o del freddo, interno o esterno al packaging. E tutte queste opportunità raccolte in una confezione, la trasformano in un prodotto multifunzionale in grado di monitorare la sua condizione e contemporaneamente agire per migliorarsi, ottimizzando il tempo.

Ma ci sono oggi imballaggi autorefrigeranti e autoriscaldanti, in grado di raffreddare o di riscaldare alimenti fino a 65 C° in pochi minuti e tutto ciò viene attivato, in un determinato momento, a scelta dal cliente. Ci sono inoltre imballaggi in grado di cuocere alimenti sfruttando una reazione esotermica nascosta tra gli strati della confezione, imballaggi solubili in acqua, o più leggeri dell’aria rimanendo comunque altamente protettivi.
L’invenzione delle “sfere d’acqua”, una monoporzione di liquido bevibile in un involucro molecolare “mangiabile” prodotto con alghe brune e cloruro di calcio, ha aperto la strada ai film commestibili per confezionare involucri “digeribili”, creati a loro volta da alimenti con caratteristiche nutrienti.

Con l’entrata in scena della pandemia da Covid-19 il cliente si è abituato a essere meno dinamico (condicio sine qua non), un effetto sociale che ha drasticamente ridotto la sua scelta di spostamento cambiando il suo modo di consumare, e aumentando l’esigenza di essere servito. Quindi sono ritornate le distanze produttive, fattore che contribuisce a ridisegnare una mappa ideale per la produzione di packaging, utile alla circolazione dei prodotti e la loro fruizione sia organica che estetica.
Di conseguenza un imballaggio diversificato e proposto per tipologia ed esigenza, deve non solo informare e garantire visivamente il suo contenuto, non dimenticando igiene e qualità, ma deve assumersi la responsabilità del suo annullamento finale. Il cliente è più attento alla sua salute e al rispetto dell’ambiente, di conseguenza la sicurezza di fargli arrivare le sue scelte confezionate nel miglior modo possibile, rimane per l’Azienda che produce confezioni per l’alimentazione uno degli aspetti fondamentali per essere scelta, qualsiasi sia il prodotto da gestire in rapporto alla sua diffusione.

Il packaging in questo momento storico è non solo determinate per chi produce beni e servizi, ma ha un ruolo di primo piano nella nostra quotidianità e immaginare un’esistenza priva di questa filiera è impossibile. Per questo la sua funzione si trasforma oggi: da bene necessario e strutturale, a mezzo in grado di entrare in relazione attiva con le esigenze del cliente, fornendogli tutte le opportunità interattive di cui abbisogna il prodotto scelto.
Difficile capire l’evoluzione di questo mondo produttivo inserito in una realtà diversificata, frazionata e multiforme, della sua futura ingegnerizzazione e produzione ad uso primario e secondario. Il servizio del packaging sempre più determinato dai multimateriali a prevalenza cellulosica, nelle sue declinazioni (incarti, scatole, vaschette) e nelle sue differenti applicazioni (dal freezer al forno, dal secco al fresco) è garante oggi, nei confronti del cliente, di diversi progetti alimentari.

L’approccio dell’Industria nei confronti dei consumatori finali potrebbe a breve essere personalizzata (come avviene in altri mercati), una forma imprescindibile di soddisfacimento con tre obiettivi: la sicurezza alimentare; l’ecosostenibilità; la sostituibilità alla tecnologia in uso. Per questo il supporto potrebbe essere studiato tecnicamente al punto da consentire possibilmente di cambiare imballaggio con il minimo investimento costruttivo o strutturale.
Il settore packaging per il food che considera la cura nella produzione dell’imballaggio al pari di quella dell’alimento contenuto, entrando nella dinamica del fatto “su misura” che ben si adatta alla nostra realtà, può inserirsi nel rapporto diretto con i singoli clienti finalizzato alla produzione del non pre-confezionato, proprio perché ogni prodotto per ogni cliente ha specifiche esigenze.

Fondamentale dunque anche per il packaging, un approccio interdisciplinare, dove l’ingegneria dei materiali con lo sviluppo di prodotti performanti definiti “intelligenti” o “attivi” svolgono un ruolo strategico. Oltre alla riduzione in quantità e alla migliore riciclabilità, il packaging del prossimo futuro sarà multifunzionale, darà informazioni ai consumatori sull’integrità del contenuto in tempo reale, velocizzerà le operazioni di acquisto, contribuirà alla riduzione dell’uso di conservanti negli alimenti in un settore di grande sviluppo.