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Forma Grafica del Legno

Le caratteristiche del legno come materiale tradizionale, rappresentano oggi un percorso geometrico e complesso: a partire dalla ricerca della materia prima naturale nel rispetto dei parametri ecologici; poi la progettazione di tutto quello che si può ottenere con il legno; infine l’uso pratico, non solo nell’affermazione moderna di un fenomeno stilistico dell’architettura, ma anche nel design. Nella sua “concezione strutturale” il legno diventa indispensabile per costi, gestione e leggerezza degli artefatti, ma è nella ricerca sperimentale per ottenere nuove sostanze che il legno ha oggi prospettive quasi infinite. Nel tentativo di coniugarlo o considerarlo sostitutivo ad altri materiali, per produzioni sempre più complesse, i nuovi risultati della ricerca ci portano al legno pensato come un materiale che parla al plurale. Con le sue molteplici caratteristiche hi-tech esso ci guida verso una straordinaria avventura del naturale, dove le scelte per una forestazione responsabile rappresentano solo un punto di partenza. Trasparenza, resistenza, leggerezza, modellabilità ma soprattutto crescente capacità di mutare le proprietà senza perdere la matrice originaria, aprono la strada a un nuovo design all’avanguardia, ma che non dimentica la tradizione. Sulla spinta di una innovazione costante, i legni offrono attualmente una straordinaria pluralità di linguaggi, sia tecnici che formali, restando pur sempre materiali naturali: trasparenti; liquidi; resistenti quanto l’acciaio o il calcestruzzo; espansi; stampabili in 3D; flessibili. Un nuovo universo che necessita di nuove scelte progettuali, ma anche e soprattutto di nuovi linguaggi estetici.

Il legno “densificato” ha caratteristiche di resistenza meccanica e di sensibilità all’umidità nettamente migliori rispetto al legno naturale. Il nuovo materiale viene trattato con idrossido di sodio e solfito di sodio che rimuove parzialmente la lignina e l’emicellulosa e viene poi compresso con il calore. Pressione e calore favoriscono legami chimici tra gli atomi di idrogeno e atomi di nanofibre, rafforzando notevolmente il materiale. Il derivato più duro e resistente del legno naturale, facilmente modellabile, riciclabile e disponibile in grandi quantità, si presta alla costruzione di edifici ma anche ad applicazioni fino a ieri impensabili: i giubbotti antiproiettile; un ottimo sostituto dei compositi in fibre di carbonio per l’automotive; una alternativa all’acciaio, alluminio e materiali plastici. Per produrre il legno densificato le ipotesi ci indicano un consumo di energia 17 volte minore del vetro, 130 volte minore dell’acciaio e 475 volte minore dell’alluminio. Dunque, un materiale altamente innovativo non solo per il design, perché può trasformarsi in una nuova generazione di oggetti biologici e high-tech relativamente economici, ma anche perché potrebbe cambiare profondamente la nostra relazione con le tecnologie strutturali anche di grandi dimensioni.

Il legno “liquido” è ottenuto da un polimero composito termoplastico, un biomateriale ecologico rinnovabile prodotto a partire dalla lignina estratta dal legno, scartata nella produzione della carta o un altro materiale di residuo della produzione del legno e che, mescolata con altri materiali, consente di ottenere un addensato simile alla materia plastica ma biodegradabile. Il legno liquido è a tutti gli effetti un mix in formulazioni sperimentali naturali al 100% e miscelato con fibre ed additivi naturali, si ottiene inoltre un materiale termoformabile fornito in pellet e utilizzabile con le attrezzature di iniezione o stampaggio, tipiche degli altri materiali plastici. Ma può essere industrialmente estruso in fogli, essere stampabile in 3D anche in un Mix di compositi in legno e materie grezze rinnovabili, come canapa o lino. Aggiungendo additivi anch’essi naturali come le cere si ottengono le “bioplastiche in legno liquido che conferiscono al prodotto finito: un aspetto naturale delle fibre o della radica di legno; un’alta rigidità; un basso ritiro; eccellenti proprietà acustiche; moderata resistenza termica e con odore naturale caratteristico, o a scelta privo di odore.

Il legno “trasparente” è un prodotto derivato dal legno e reso tale attraverso un processo chimico in cui le cellule del legno vengono “ripulite” dei componenti opachi (lignina) e unite a polimeri trasparenti. I biocompositi di legno trasparente ad alte prestazioni ottiche possono offrire molto soprattutto alla tecnologia del futuro, sia dall’uso del legno per l’accumulo di calore a legni con una funzione di illuminazione incorporata nelle finestre intelligenti, oltre a fungere da un’innovativa interfaccia nei prodotti di elettronica. Il legno trasparente si ottiene rimuovendo la lignina e impregnano le cavità cellulari del composto a livello nanometrico, con metilmetacrilato (MMA) prepolimerizzato. La rifrazione della luce dell’MMA corrisponde a quella di un vetro, quindi la luminosità passa attraverso a questo nuovo prodotto “MMA – legno” senza essere riflessa internamente. L’obiettivo di questo materiale assolutamente rinnovabile è quello di poter sostituire le lastre di vetro, evidenziando che riesce a far passare l’85% della luce e quindi la relativa opacità è un vantaggio in termini d’irradiazione solare verso gli interni degli ambienti.

Il legno “leggero” La prima sperimentazione del design italiano per ottenere “un legno leggero e morbido” avviene negli anni Ottanta, dove una impiallacciatura sottile in legno viene accoppiata a una schiuma espansa per ottenere un sedile in “legno morbido”. Quindici anni dopo, nel 1996, una nuova tecnologia dell’industria dell’auto applica a una struttura leggerissima in legno massello lo stampaggio a caldo di schiuma poliuretanica all’interno do fogli di cinque millimetri di spessore, pre-tagliati secondo la sagoma della seduta. Il legno compiva così un’altra evoluzione strutturale, dove convivevano solidità ed estrema leggerezza. Oggi il legno può essere ultraleggero grazie alla produzione di aerogel di cellulosa ricavata dalla lavorazione della carta e del cartone: la pasta di cellulosa, mescolata a un gas, origina una schiuma solida del tutto paragonabile per prestazioni alle schiume espanse in materiali plastici. Esiste inoltre un altro materiale biologico espanso rinnovabile a base di legno, una schiuma di cellulosa con grande capacità di assorbimento degli urti, un nuovo prodotto particolarmente interessante per il design.

Ma tutta questa complessa ricerca partendo dal legno naturale, ci porta in ultima analisi a una caratteristica richiesta dal mercato a una infinità di altri materiali: la possibilità di ottenere prodotti con un’estetica sempre diversa o studiata ad hoc secondo esigenza. Quindi si può parlare oggi della “forma grafica del legno”, da inserire nel mondo della progettazione di solidi pieni di contenuti innovativi, ottenuti con il legno.

R&S